Punture di insetti

Nei mesi estivi, nelle località italiane sono endemiche diverse specie di insetti, come i pappataci e le zanzare, e di aracnidi, come le zecche e gli acari. Nella maggior parte dei casi le loro punture e i loro morsi non rappresentano un rischio e risultano soltanto fastidiose, ma in alcuni casi possono trasmettere all’organismo veleni tossici o infezioni severe. Il morso di una zecca può provocare l’insorgenza di patologie piuttosto severe a causa dei germi di cui sono vettori (come l’encefalite e la malattia di Lyme). Visivamente, il morso di zecca si presenta come una bolla con un eritema intorno e, con il passare del tempo, al posto della bolla si forma una crosta. La puntura di zecca non provoca dolore, dunque chi è stato morso potrebbe non rendersene conto, o talvolta accorgersene allo sviluppo dei sintomi, oppure trovare l’insetto ancora attaccato alla pelle. I sintomi che sono da considerare come campanello d’allarme dopo la puntura di questo insetto sono cefalea, nausea e febbre.

Per contro, il morso di ragno, pur essendo tendenzialmente doloroso non rappresenta nella maggior parte dei casi pericoli per chi lo subisce. In Italia, i ragni che possono provocare tossicità e una necrosi in corrispondenza del morso sono il ragno violino, la vedova nera mediterranea e la tarantola italiana. Tra gli insetti, quelli che più spesso ci pungono nei mesi estivi sono i pappataci. Bisogna prestare attenzione, in particolar modo nelle ore serali e notturne, e considerare che questi insetti non emettono ronzii, quindi non è facile notarli. I pappataci pungono numerose volte in un’area di cute molto ristretta e delimitata: non sono punture tendenzialmente pericolose, ma in rari casi possono trasmettere la leishmaniosi; dunque, qualora si sviluppasse la sintomatologia già indicata (cefalea, nausea e febbre), è bene contattare il proprio medico.